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Il Friuli Venezia Giulia

Il Friuli Venezia Giulia (Friul Vignesie Julie in friulano, Friaul Julisch Venetien in tedesco, Furlanija Julijska krajina in sloveno), e una regione a statuto speciale dell'Italia Nord-Orientale di 1.224.201 abitanti, con capoluogo Trieste. La regione Friuli Venezia Giulia e formata dal Friuli, che costituisce circa il 90% del territorio (con capitale storica Udine), e dalla parte di Venezia Giulia rimasta all'Italia dopo la seconda guerra mondiale. Tuttavia, non si puo stabilire un confine preciso tra queste due zone, in quanto per alcuni il confine sarebbe costituito dal fiume Timavo (confini del Friuli Storico), mentre per altri, residenti soprattutto nella Bisiacaria, il confine passerebbe lungo il fiume Isonzo. Parte dei bisiachi preferisce infatti definirsi giuliana piuttosto che friulana.

I confini sono i seguenti:
nord - Austria (Carinzia/Karnten)
est - Slovenia (Goriziano sloveno/Goriska e Litorale/Primorska)
ovest - Veneto
sud - Mar Adriatico

La regione e prevalentemente montuosa (il Monte Coglians con i suoi 2.780 metri e la vetta piu alta), infatti le montagne occupano il 42,6% del suo territorio, le pianure il 38,1%, mentre le colline il 19,3%.

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Brevi cenni storiografici

Il Friuli Venezia Giulia e una regione creata a tavolino negli anni del secondo dopoguerra. Il 10 febbraio 1947, alla fine della seconda guerra mondiale, l'Italia, sconfitta, aveva firmato a Parigi il Trattato di Pace con le potenze alleate (e associate) vincitrici, perdendo gran parte della Venezia Giulia. Il 15 settembre 1947 era stato istituito il TLT (Territorio Libero di Trieste), diviso in due zone. La prima (Zona A) comprendeva Trieste e zone limitrofe, la seconda (Zona B) parte dell'Istria nord-occidentale (fra cui i comuni di Capodistria, Umago e Cittanova). Il Territorio libero di Trieste era destinato a costituire un nuovo stato sotto il diretto controllo del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Il progetto, avversato sia dall'Italia che dalla Jugoslavia, non riusci pero a realizzarsi. Il 26 ottobre 1954 la zona A del TLT ritorno all'Italia; la zona B resto invece alla Jugoslavia. Lo Stato italiano decise, nel 1963, di unire la parte del Territorio Libero di Trieste, assegnato all'Italia, al Friuli, formato all'epoca dalle sole province di Udine e Gorizia (la Provincia di Pordenone sara istituita solo nel 1968 per distacco dalla Provincia di Udine), fornendo anche una certa autonomia alla nuova regione, che, oltretutto, era situata in prossimita della celebre Cortina di ferro. L'unione in un'unica unita politico-amministrativa di territori con popolazioni molto diverse per storia, cultura e tradizioni, causo, e continua a causare frizioni interne e rivendicazioni, che hanno la loro "punta di emersione" nel decennale dualismo tra Udine e Trieste.

Infatti la scelta di Trieste come capoluogo regionale fu fatta per dare alla citta giuliana, privata dei propri tradizionali mercati di sbocco e della propria zona di inflenza fin dalla fine della prima guerra mondiale e del proprio immediato entroterra subito dopo la seconda, un ruolo amministrativo importante. Trieste, dalla storia recente importante e travagliata, fu nel XIX secolo il principale porto dell'Impero Austro-Ungarico ed uno dei maggiori empori del Mediterraneo, nonche polo culturale di indiscussa importanza. Per tali ragioni godeva di un certo prestigio internazionale. La citta che, dalla fine dell'Ottocento, era divenuta anche uno dei simboli del nazionalismo italiano, risultava pero essere estranea alla regione storica e geografica del Friuli e tuttora e fortemente osteggiata dalla componente friulana di Pordenone, Udine e Gorizia.

Udine, da parte sua, fin dal XIII secolo e riconosciuta come capitale del Patriarcato di Aquileia, in eta medievale uno degli stati piu estesi ed importanti dell'Italia settentrionale. Il patriarcato di Aquileia si doto, molto precocemente, di una propria Costituzione e di un Parlamento, ritenuto, da alcuni studiosi, il piu antico d'Europa[1]. Al momento della costituzione in regione del Friuli-Venezia Giulia, la citta fu estromessa dal ruolo che per secoli aveva avuto e che, secondo molti friulani, le spetterebbe ancora, considerando la propria storia, la centralita geografica di cui gode (mentre Trieste e decentrata e geograficamente al margine della regione), l'importanza economica della propria area urbana e quella sia economica che demografica della Provincia di cui e capoluogo, dove vive quasi la meta dell'intera popolazione regionale.

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Informazioni

Come si e gia accennato, Il Friuli - Venezia Giulia e formato da due entita assai diverse per tradizioni culturali, storiche e produttive (il Friuli vero e proprio, con Pordenone, Udine e Goriza, e la Venezia Giulia, con Trieste). Inoltre, mentre in passato era ben evidente la differenza tra il grande porto di Trieste, citta che godeva di un relativo benessere nonostante i molti problemi e nodi irrisolti, e il Friuli, zona agricola depressa, oggi la situazione e radicalmente mutata. Le provincie di Udine e Pordenone raccolgono il 70% degli abitanti, possiedono un elevato tenore di vita e vantano ritmi di sviluppo economico pari a quelli della provincia di Gorizia e superiori a quelli del capoluogo regionale, che pur continua a godere di un reddito pro capite fra i piu alti d'Italia[3]. Per quanto riguarda la distribuzione della popolazione sul territorio, un terzo della popolazione e concentrata nelle aree urbane di Udine (l'agglomerato conta circa 172.000 abitanti in 312 km?, e comprende il capoluogo friulano e gli 11 comuni che lo corcondano) e di Trieste (considerando come area metropolitana triestina l'intera provincia di Trieste, che conta circa 236.000 abitanti in 212 km?), mentre per i restanti due terzi la popolazione regionale principalmente vive ancora in piccoli e medi comuni, e poco popolata e la montagna.
La regione e stata una delle zone che piu ha risentito dei fenomeni migratori, causati da fattori quali l'economia depressa, le varie vicende belliche, i cambiamenti territoriali e il terremoto del 1976. Tra la fine dell'Ottocento e la fine della seconda guerra mondiale, salvo la breve parentesi della Grande Guerra, i flussi si sono diretti soprattutto verso l'Argentina e gli Stati Uniti. Con il secondo dopoguerra il fenomeno si inverti momentaneamente visto l'afflusso di migliaia di profughi dall'Istria e da Zara, per poi riprendere quasi contemporaneamente verso l'Europa centrale (Svizzera, Germania, Francia, Belgio), oltreoceano (Stati Uniti, Canada, Australia) e verso la zona del triangolo industriale (Piemonte, Lombardia, Liguria). Solo con gli anni settanta il Friuli Venezia Giulia si trasformo da terra di emigrati in regione ricettrice di flussi migratori provenienti sia dal resto d'Italia, sia, soprattutto, dall'estero. Fra le cause di tale inversione di tendenza vanno segnalate lo sviluppo industriale, profilatosi in forma netta e inequivocabile proprio in quegli anni, e la ricostruzione di parte della regione a seguito del terremoto del 1976, che richiamo in patria anche numerosi friulani.

 

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